Chiyan Wong - Liszt Transfigured - Classic Voice
Un premio sarebbe da conferire al pianista cinese Chiyan Wong solamente per il fatto di avere incluso in questo cd dedicato alle parafrasi operistiche lisztiane almeno due titoli tra i meno frequentati, ossia la Fantasia sulla Niobe di Pacini e le Réminiscences de La juive di Halévy, scelte molto importanti per ricordare l’attività del Liszt concertista degli anni d’oro. Wong, che oggi ha 29 anni, ha studiato a Parigi e a Londra e si è meritato gli elogi di colleghi molto esperti sul versante del repertorio insolito come Stephen Hough e Kun-Woo Paik. Questo cd è stato oltretutto curato nei dettagli da un didatta e solista di fama come Daniel-Ben Pienaar. Ma queste premesse avrebbero poco o punto significato se Wong non fosse in pos-
sesso - almeno da quello che si può ascoltare in disco - di qualità straordinarie sia dal punto di vista strettamente pianistico sia da quello più in generale attinente alla conoscenza del repertorio lisztiano e dei canoni stilistici del melodramma italiano del primo ‘800. E ciò fa pensare, beninteso senza nulla togliere a Wong, che oggi la possibilità di accedere a un numero sterminato di informazioni in rete - esecuzioni di tutti i tipi, filmati storici ecc. - faciliti enormemente lo sviluppo delle potenzialità artistiche e culturali di persone che in altri tempi avrebbero potuto frequentare ambienti culturali di prestigio e seguire corsi di perfezionamento con artisti famosi con molta difficoltà e solamente in presenza di un mentore o di una sovvenzione governativa (si pensi ad esempio al caso Arrau). Non possiamo che rallegrarci di questo fatto, a patto che gli utenti sappiano utilizzare al meglio queste informazioni e non si lancino nell’ennesima riproposta di un repertorio più che consolidato. Wong è in grado di gestire l’enorme mole di conoscenze necessarie per la lettura e l’esecuzione approfondita di questo repertorio lisztiano e si getta a capofitto su lavori irti di difficoltà sviscerandone tutti gli aspetti con una sensibilità e un gusto davvero notevoli. Nella sua lettura della Niobe ci ha fatto scoprire, ad esempio, quanti e quali siano i punti di contatto tra Liszt e Alkan e come il primo, se avesse seguito la propria impostazione degli anni ipervirtuosistici, avrebbe probabilmente proseguito sulla stessa strada che verrà in seguito illustrata dal compositore francese nei suoi bellissimi studi e in altre composizioni particolarmente innovative. Anche nell’affrontare la Juive sembra che per Wong non esistano difficoltà di sorta né dal punto di vista tecnico né da quello che è riferibile al difficile assemblaggio di parti apparentemente indipendenti che vanno a confluire in un discorso unitario. E non è un caso che Wong abbia attirato le considerazioni entusiastiche di un Hough, che aveva in repertorio questa Reminiscenza di proverbiale difficoltà. Nelle due pagine più note il pianista cinese non è da meno in quanto a dominio della tastiera ma sceglie un approccio meno irruento del solito nel Don Juan, prediligendo le parti cantabili - l’esposizione del “Là ci darem la mano” è davvero notevole in tal senso - ed estraendo le armi segrete del virtuosismo solamente quando è necessario. Nella Fantasia su temi del Don Giovanni e del Figaro Wong mette le mani su un materiale che di solito viene eseguito nella edizione e nel completamento di Busoni, cui si aggiunge il ripristino dell’inserimento del “Minuetto delle maschere” dal Don Giovanni che era stato omesso da Busoni e poi recuperato dal pianista Leslie Howard. Va qui precisato che Wong si permette, qui come nel resto del programma, alcune piccole varianti, fatto questo che potrebbe dar luogo a qualche perplessità. Si tratta però di interventi relativamente legittimi su testi che si riferiscono a cavalli di battaglia del Liszt concertista (e quindi soggetti a modifiche improvvisatorie) non a lavori più tardi che esigono un rispetto testuale assoluto.